Friday, November 24, 2006

Sole di mezzanotte?... Buio di mezzogiorno!


Ho scattato questa foto oggi alle 12.01. Spero si veda chiaramente il sole, che vista l'ora, era al suo zenith... Bassino sull'orizzonte, direi.
La luce qui è bellissima: chiara, limpida, rende tutti colori più metallici, per così dire, più freddi. I tramonti sono stupendi. In genere le nuvole all'orizzonte non ci sono, così il sole rispunta prima di tramontare, e l'effetto ve lo lascio immaginare...
Alle quattro del pomeriggio, se il cielo è limpido, si vedono già le stelle! Bello, per carità, solo un po' depressing, come un mio flatmate ha sentenziato. Se per caso (per puro caso! Giuro che non è MAI successo!) uno si sveglia tardi, perché la sera prima ha avuto delle "piacevoli attività di socializzazione forzata" - altra definizione di erasmus -, beh, capace che vede il sole per due ore...
Chissà poi perché i popoli del nord si suicidano di più, ascoltano metal, sono pagani, adorano gli spiriti dei boschi, si nutrono di carne cruda, si vestono di pelli, si cospargono di grasso per proteggersi dal freddo...
Mi fermo qui.

Freddie


Ciao Freddie!

Monday, November 20, 2006

Scusatemapropriononcelafaccio!

Scusatemapropriononcelafaccioastarezitto!!
Rompo per una volta la normale routine del mio blog per un commento che non c'entra un cacchio, ma ne va dell'orgoglio nazionale. E qui vedo stranieri tutti i giorni.
Bene, non si scopre mica che Zidane ha una relazione extraconiugale? Beh, fattacci suoi, vero?
E invece no! E' successa una cosa che amo: il castigatore dei costumi castigato. Mi spiego: Materazzi non puo' dire che sua sorella (di Zidane) e' una poco di buono che quello si offende, deve difendere l'"onore" della famiglia, sangue del mio sangue, legami tribali, uomo d'onore, eroe indomito contro il mostro italico senza dio ne' fede... Ebbene, cosa succede al nostro novello Catone? Che tradisce sua moglie con una cantante algerina, sua moglie con tre o quattro figli (non ricordo esattamente).

Caro Zidane non e' forse peggio quello che hai fatto tu? E nessuno ti ha preso a testate (qui in Scozia la testata la chiamano "Glasgow kiss"...gente tranquilla a Glasgow).
E allora non fare lo stronzo con noi, pensa ai fattacci tuoi, non pararti il culo con falsi pudori: hai fatto una cretinata con Materazzi, accettalo e basta.
Tu pirla, Francesi pecoroni. La vendetta si gusta fredda...
Cheers

Sunday, November 19, 2006

Campagna contro il fumo


No no, non ho partecipato a una campagna contro il fumo del governo inglese! Questa era la mia maschera di Halloween. Visto che Natale sta arrivando, abbiamo pensato di unire le due ricorrenze...un attimo sacrilego, ma efficace direi.
Scusate il silenzio in questi giorni, ma sto studiando! Incredibile, anche in erasmus si studia... A risentirci. Se non faccio nulla di interessante non sto a straziarvi con elucubrazioni sul nulla, no? Cosa volete, una deriva simil-esistenzialista per il mio post?

Intanto, visto che scarseggio in foto, vi mando i link delle gallerie fotografiche di alcuni amici di qui. Io, come ho già avuto modo di dire a Versus, non giro tutto il giorno con la macchina fotografica come un giapponese scemo, quindi non ho molte foto. Me le faccio dare da altri. Va bene lo steso. Ecco i link:

http://picasaweb.google.com/f.fiorentin
http://picasaweb.google.com/diego.pizzocaro

Per altre foto, consiglio il blog di Giorgio che ho linkato da mio.
Spero che non abbiano messo nulla di compromettente per me...non ho visto tutte le loro foto, e non ricordo tutto quello che ho fatto! In ogni caso, aspetto commenti a riguardo (spero non arrivino, ma li aspetto lo stesso).
Cheers

Monday, November 13, 2006

Sunday bloody sunday (league)


Partecipo a uno dei tanti tornei di calcio che gli studenti hanno organizzato in università. Si chiama Sunday league. Nulla di ufficiale, non ci sono iscrizioni, o divise, ma si gioca con l’arbitro, e c’è una classifica generale.
Nella foto vedete più o meno il campo dove giochiamo. In fondo, oltre i palazzi, ci sono dei campi da calcio quasi regolari ricavati in mezzo a un più grande campo da golf. Il tutto circondato da un vasto prato, in riva al mare. Caspita! Sembra tutto molto bello!
In effetti lo è, non fraintendetemi: a Milano dove trovi campi da calcio (e soprattutto da golf) tenuti benissimo e gratis? Sarebbe un posto perfetto se lo si spostasse in regioni con climi meno ostili alla vita... In riva a mare del nord, non è difficile pensarci, fa sempre un freddo tremendo, che diminuisce di molto appena ci si allontana dalla spiaggia, perché c’è molto meno vento.
I nostri eroi (e io tra quelli) si trovano così a giocare in una ghiacciaia a cielo aperto... Io ero l’unico dei 22 in campo con i pantaloni lunghi; io e uno spagnolo che giocava nella mia squadra eravamo gli unici ad avere freddo... Pare che gli scozzesi siano immuni. Questa gente fa in inverno cose che noi non ci sognamo di fare neanche in primavera. Qui e’ normalissimo vedere gente in giro in questi giorni (siamo sui 4-5 gradi, se non c’è vebto, cioè molto raramente) solo con la felpa. Qualche folle in ciabatte! Ebbene sì, lo giuro: chi è stato tra i popoli del nord sa di cosa parlo.
Vorrei potervi proporre una foto, ma mi fa strano fermare uno e dirgli: “Posso farti una foto? Lo sai che vestito così d’inverno in Italia saresti un’attrazione circense?”
In più, la mia squadra fa veramente schifo. O meglio, siamo di sicuro le più pippe del nostro torneo. Buoni elementi ci sono (io, ovviamente, mi escludo. Chi mi ha visto giocare sa perché), ma non ci alleniamo mai, quindi abbiamo una forma fisica da dopolavoro, non possiamo competere con chi si allena tre-quattro volte a settimana. Così la nostra cavalcata trionfale finora: 8-2, 12-0, 8-0, 2-0. Tutte sconfitte, ovviamente... Io ho giocato solo le ultime due, e potete notare un netto miglioramento grazie a me!
Facciamo pena. Cmq, siamo anche noti per essere l’hung-over team, con un termine un po’ intraducibile, “quelli del dopo sbronza”. Giocare all’una della domenica non è ideale se si vuole uscire il sabato. Tre partite fa il portiere titolare ha dormito metà partita a bordo campo perhcé era, diciamo così, “assonnato”; due partite fa un mio flatmate che gioca con me ha sboccato durante il secondo tempo, “ovviamente” per colpa del freddo, non di quello che aveva bevuto, salvo poi tornare in campo. Chapeau! Potete capire che se la vita notturna pre partita è intensa, i risultati sul campo son quello che sono.Hung-over, campo infangatissimo (questa settimana stranamente 4 giorni di bel tempo di fila, con l’eccezione di...indovinate? Domenica!), freddo polare (a metà del secondo tempo, ieri, ho dovuto riallacciarmi le scarpe: bene, non riuscivo quasi a muovere le dita dal freddo), l’agonismo degli scozzesi, che in campo sembrano un po’ tutti figli di p... figli di Braveheart, volevo dire Braveheart: davvero una “Sunday bloody Sunday” (League).

Tuesday, November 07, 2006

Molti post, una soluzione...

Scusate la proliferazione di post uguali, non dovuta all'alcol! :-)
L'Hot Spot era incasinato, cosi' non sapevo di aver gia' caricato il post.
Cheers

Edinburgh: part 4


E’ arrivato il momento di sciogliere l’arcano, che tanta gente ha tenuto in sospeso... Grazie a chi ha partecipato. Ma prima, un breve resoconto dello “Scotch Whisky Heritage Found”, dove ho trovato la suddetta economicissima bottiglia.
La sede del fondo nazionale (di nuovo “nazionale”. Non voglio aprire una polemica con il popolo scozzese. In effetti però, il whisky è roba solo loro, almeno in questo “nazionale” ci può stare) del whisky si trova in pieno centro, all’inizio, partendo dal castello, del Roya Mile, come già detto, la via principale della vecchia Edinburgh, e di sicuro la più famosa.
Onestamente pensavamo di visitare una distilleria: appena entrati ci siamo subito resi conto di visitare una commercialata “ad usum turistorum”. I punti principali dell’edificio erano il bar, con più di 300 tipi di whisky, e il negozio, con altrettanti, costosissimi, whisky. Ed è lì che trovo quel capolavoro di moderazione economica che è la protagonista del nostro quiz.
Il tour guidato (per soli 7 pound! Un vero affare...) di un’ora è stato abbastanza triste. Hanno proiettato dei video esplicativi, e io mi immaginavo che saltasse fuori Troy McLure con il suo: “Salve sono Troy McLure, forse vi ricorderete di me per...” all’inizio di ogni video... Cmq il posto era ben organizzato, con il tipico atteggiamento che si trova fuori dall’Italia: appena all’estero c’è qcs di anche minimo interesse, subito bisogna costruirci intorno un museo, un tour guidato, farci dei libri... Pensate se, per esempio, tutte le nostre anticaglie fossero negli USA! Quelli hanno fatto museo anche la casa dove ha riposato un caldo pomeriggio del 1861 Lincoln, figuriamoci se avessero Roma da gestire!
Chicca finale, direi, il tour stile Gardaland, seduti in un trenino a forma di barile, attraverso la storia del whisky, dalla prima distillazione ufficiale, intorno al 1490, fino ad oggi. Tra la stanchezza per una lunga giornata in giro e l’assurdità della visita guidata, confesso che non ho ascoltato il nastro dell’ultima spiegazione. Mi pento tantissimo e mi scuso.:-)
Ho cmq imparato un sacco di cose molto utili nella vita di un uomo: tipo che esiste anche il whisky di grano; che l’80% del whisky scozzese viene dalla regione di Elgin, nord-ovest di Aberdeen, perché hanno l’acqua migliore; so le differenze tra un whisky delle Highlands e uno delle Lowlands; so che un whisky “blended”, cioè un misto di diverse qualità, al contraro dei nostri vini prodotti così (correggetemi se sbaglio!), è di gran pregio. Utile, no?

Dulcis in fundo, la soluzione: la bottiglia, ladies and gentlemen, era un Balvenie, Cask 191 del 1952, prodotto in sole 83 bottiglie, per la modica cifra di 6000 pound, circa 9000 euro. Non male davvero! Ho preseo tre bottiglie, mi son detto: “Ne vale la pena, quando tornerai a Edinburgh?!” Spero che sia buono! Non è il più costoso mai imbottigliato, ma è il più costoso presente nel negozio dell’Heritage Found.Non ha vinto nessuno (era difficile, lo ammetto). Mi scuso con Versus per averlo messo sulla cattiva strada dicendogli che “McCallan” era giusto: lapsus.

Friday, November 03, 2006

Edinburgh: part 3


Vedo con piacere che il mio quiz a premi ha ttirato l’attenzione di qualche allegro bevitore...:-) Non so se è il premio in palio (il weekend a Edinburgh), o una naturale attenzione per tutto ciò che è alcolico. Cmq a breve la soluzione del mistero, con tanto di foto come prova. Intanto, continuate a provare. Per info su come partecipare leggasi il post precedente.
Continuamo il nostro viaggetto a Edinburgh. Dopo una panoramica, qualche dettaglio su alcune cose che ho visto che meritano attenzione.
National Art Gallery: Beh, senza offesa per i locali, ma “national” mi sembra un attimo eccessivo. “National” va bene solo perché si trova in Scozia, perché praticamente tutti i pezzi migliori erano stranieri. E non c’è da meravigliarsi! Di mio non impazzisco per le pinacoteche, e loro non impazziscono per me: tutte le volte che ci entro sia io sia loro ci chiediamo che cacchio ci faccio lì. Superata questa iniziale reciproca diffidenza, guardandomi in giro notavo con piacere che c’è un sacco di roba italiana, anche nota (anche a me!), tipo Tiziano, Raffaello, e altri mille tizi del Rinascimento. Periodo strano, quello: come ad Atene nel V secolo sembra che tutti fossero filosofi, così nel Rinascimento italiano sembra che ci fossero solo pittori e scrittori: ma chi lavorava davvero??
Un po’ di aria di casa c’era: continuavo a ripetermi, non senza immotivato orgoglio: “Quello è italiano. Anche quello. E quello. E quello ancora. Ma dai? Anche quello. Toh, un altro...” E così via. Chi mi vedeva poteva pensare che li avessi dipinti io, tanto mostravo familiarità con la nostra “esportazione di lusso”!
Castello: non ci siamo entrati. 10 pound! Ma siamo impazziti?! Poco male, tanto dentro informatori attendibili ci hanno detto che non c’è quasi nulla. Da fuori è bello, troneggia sulla piùalta collina della città. Non è un castello propriamente medievale, ha subito molti rifacimenti. Direi che assomiglia più a un castello cinquecentesco che a una rocca militare. La zona che lo circonda è tra le più vecchie di Edinburgh, compreso l’inizio del Royal Mile. Cmq, come tradizione qui, non si sa mai datare un palazzo con esattezza a prima vista, poiché sembra che abbiano costruito tutto da sempre nello stesso stile. Un evergreen, un po’ come il gentiluomo inglese...
National Museum of Scotland: un consiglio: per evitare discussioni inutili qui in Scozia, mai chiedere perché tutto quello che è “scozzese” deve essere per forza “national”, quando sanno benissimo anche loro che non sono una “nation”. A loro piacerebbe, alla Regina Elisabetta forse meno.
Il museo è davvero bello, ricco di roba, tenuto molto bene, si vede che ci hanno speso molti soldi - a occhio direi il contrario che in Italia dove abbiamo molte più cose ma molti meno soldi. Ovviamente la parte più interessante era la sezione dedicata alla storia basso-medievale scozzese, con reperti risalenti alla fine del XIII-inizio XIV secolo (l’età di William Wallace e Robert I Bruce, il re che ha dato alla “nazione” scozzese l’indipendenza per molti anni). Tra spade, scudi, highlander claymore (la bellissima spada due mani tipica scozzese), armature, mi sentivo sul set di Braveheart. Mi ha particolarmente colpito una coppa in oro, che sembra sia stata fatta apposta per celebrare la vittoria decisiva di Robert Bruce contro gli inglesi. Bellina anche la ricostruzione dei primi motori a vapore, fatti da J. Watt, scozzese (poverini, dopo tutto questi scozzesi, per i pochi che sono, di gente famosa ne hanno da vendere!).
Molto bella la terrazza panoramica sul tetto, da cui ho scattato la foto che vedete.
Il tempo per visite dedicate non era molto, il resto l’ho visto di sfuggita, quindi può rientrare nell’atmosfera del post precedente. Dedicherò invece l’ultimo capitolo allo Scotch Whisky Heritage Found, con ampio spazio per il nostro fantastico quiz!Una nota a margine merita la statua di un cane, vicino auno dei principali cimiteri cittadini: questa statua è molto famosa negli USA, dove tutti quelli che vanno a Edinburgh sono convinti che la stora che quel cagnolino sia morto di fame sula tomba del proprio padrone (roba che oltreoceano fa impazzire...) sia assolutamente vera. Craig, il mio flatmate di Edinburgh mi ha giurato che è falsa. L’avessero fatto a Napoli, sai che grida alla truffa?! Qui invece è folklore...

Wednesday, November 01, 2006

Edinburgh: part 2


Dove eravamo? Eravamo che ero appena arrivato in città. Continuiamo da lì.
Dunque, superati il bus, lo stile di guida dell’autista, la sonnolenza post festa, arriviamo a Edinburgh. I due gruppetti in cui ci eravamo divisi non faticano a ricongiungersi, punto di incontro il “piccolissimo” monumento a Walter Scott. Domanda che è sorta spontanea agli italiani lì presenti: va bene, Scott non è il primo pirla che passa per strada; va bene che gli scozzesi sono un attimino nazionalistici; ma scusate, noi a Dante che monumento dovremmo fare? Alto come la Tour Eiffel, largo come Piazza San Pietro!?
Il primo impatto con la città è davvero bello. Lo stile è quello tipico scozzese, palazzi grigi, signorili, una città che cambia davvero faccia in base al cielo: quando è nuvoloso (spesso...) il cielo grigio si unisce indistintamente al grigio della città, quasi a segnare simbolicamente un legame tra gli scozzesi e la loro terra che loro sentono davvero molto. Quando splende il sole (poco spesso...) la città assume contorni più definiti, profondità, colore, e vive come una vita diversa, breve, rispetto a prima.
A Edinburgh ho incontrato una giornata che più scozzese non si poteva. Pioggia e sole si alternavano ogni venti minuti, giusto il tempo di aprire e chiudere l’ombrello, tanto che dopo un po’ si smette di usarlo, dicendosi: “Tanto dura poco...” - e quella è la volta che ci si bagna...
Il centro città è strutturato su due viali paralleli, Princess Street e The Royal Mile, probabilmente la via più famosa di Edinburgh, che porta fino al castello sula collina. La città offre molti scenari diversi, poiché è affacciata su due lati sul mare e riposa su alcune colline, che rendono difficile coprire con un solo sguardo la città, essendoci sempre angoli nascosti.
Princess Street è l’arteria commerciale principale, mentre il centro turistico è The Royal Mile, dove si può trovare un tizio che fa il suo show vestito da William Wallace, un negozio di “vere” spade d’epoca, una finta distilleria (ci sono stato, ve ne parlerò...), una fila di chiese trasformate in pub (pare incredibile, ma non ho trovato una sola chiesa adibita a chiesa in tutta la città! Interessante...), giapponesi che si comprano kilt a manetta, e poi si fotografano con il kilt addosso.
Come ogni città ricca e turistica, gli scozzesi la definiscono “posh”, che da noi vale un buon “fichetta”. Per esempio pare che sia una moda negli USA, in questi anni, fare l’uni in Scozia, perché fa terribilmente “europeo”, e avere una casa a Edinburgh: i nativi si lamentano quindi del costo della vita altissimo (e se è alto per un inglese, figuriamoci per noi!), e dell’orda di vecchietti che imperversano (molto lentamente e con il bastone...) per le vie della città.Penso che basti come descrizione generale. Per chi vorrà seguirci, le prossime puntate offriranno uno sguardo più accurato su alcuni valori artistici della città, anedottica (con una o due ‘d’?), che non guasta mai, e, voglio rovinarmi, un weekend per due a Edinburgh per il primo che risponde alla seguente domanda: “Quali sono il prezzo, la marca e l’invecchiamento della bottiglia di Whisky più costosa presente allo Scottish Whisky Heritage Found?” Rispondete numerosi!
P.S.: Mi scuso per l'assenza di foto. Provvederò quando l'Hot Spot sarà meno affollato (di perdigiorno...).