Wednesday, October 25, 2006
Manoscritto del '500
Ieri mattina ero bello tonico, temprato dal fresco clima scozzese, e ho deciso di fare un salto alla Historic Library, per visionare un manoscritto a caso nella lista che ho compilato. Questi manoscritti dovrebbero (condizionale d’obbligo!) essere utili somehow per la mia tesi.
Bene, arrivo, l’edificio è molto bellino, tenuto bene, tutto nuovo, tranne la segretaria - perdonatemi il mot d’esprit... - che deve avere più o meno l’età di alcuni dei manoscritti cui fa da cerbero. Entro nel suo studiolo, e già non mi presento bene. la porta è di quelle scorrevoli, e io cerco di aprirla come una porta normale. Immaginatevi lo sguardo di questa vecchina inglese, che mi fissa di sotto le sopracciglia armeggiare con la sua porta, prima di indicarmi dopo una inopportuna pausa teatrale una freccia enorme che indica di far scorrere la porta, non spingerla. Cominciamo bene! Entro, come se niente fosse, anche se ormai ho guadagnato la sua diffidenza.
Mi presento, spiego il perché della mia visita, e chiedo di poter visionare un manoscritto. Al che cerberus mi fa: “Eh, ne abbiano tanti...”, sì, d’accordo, ma io, gentile autoctono, avrei anche gli estremi di quello che mi interessa, mica vengo qui per turismo...
Chiedo un manoscritto in particolare (per la cronaca: MS 109, Gisbert de Buscoducis, del 1467), compilo un modulo, e attendo. Lei non sembra tanto convinta della mia statura accademica, la storia della porta penso abbia lasciato dei segni. Però non può fare a meno di “esaudire la mia richiesta”, così mi arriva questo tomo allucinante. Prima di consegnarmelo mi fa: “Lei ha già consultato un manoscritto antico, vero?”, come dire, mica farai dei danni, no? Al che rispondo che ho già avuto modo di visionarne alcuni (davvero?! e quando?). Si allontana con il tipico sorrisetto anglosassone, gentile per forza, non per vocazione.
Adesso siamo io e gli appunti presi a lezione da un certo Georgius di Moravia, ascoltando l’ancor più celebre Gisbert de Buscoducis (amen...). L’impatto è affascinante: pensare di avere tra le mani un libro di seicento anni, su cui un tizio ha studiato e sottolineato più o meno testi che ho studiato anch’io (i.e. la “Fisica” di Aristotele), su cui ha passato del tempo, ...insomma, una gran bella e strana sensazione. Ci si può perdere tra un sonoro “Machissenefrega!” e un innamorarsi perdutamente di questo tipo di ricerca...
Veniamo al lato pratico: ho fatto fatica a leggere anche solo i titoli dei capitoli. Mi sono trovato con davanti un testo manoscritto, in latino del ‘500, con a volte l’inchiostro sbiadito, a volte scritto di fretta a volte no, con caratteri che non conosco...inutile dire che mi sono concentrato sulle figure! Alcune carine, tipo un gruppo di studenti a lezione, tutti con al palandrana rossa e le scarpette nere a punta.
Che dire? Ho riconsegnato il tomo dopo 45 minuti, alquanto perplesso. Ne visionerò altri, ci ho preso gusto, così almeno rivedo la mia amica segretaria...(Ah, scusate il lungo silenzio, ma avevo troppi manoscritti da leggere...)
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1 comment:
Carissimo, non dmordere, come ben sai io di manoscritti ne ho visti una cifra, all'inizio leggevo 5pp. in un giorno, poi sono arrivata a dei discreti livelli di velocità : mi sono anche beccata i complimenti dell'Archivista capo! é tutta abitudine: concentrati su alcune lettere e per le desinnze abbreviate esistono dei repertori che le elencano e le sciolgono. per sembrare professionale compra dei guanti bianchi di cotone... funziona un casino! e poi vedi tutto quello che di invisibile c'è sopra le pagine e ti giuro non è incoraggiante! In bocca al lupo!
PS: per macchie di inchiostro, buchi e incomprensioni valgono le beneamate [LAC.] e [sic]. baci
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