L’Hot Spot è il locale principale del central building del nostro gruppo di residenze (un giorno vi spiegherò la struttura del campus), ed è dotato di connessione wireless per portatili. Facile immaginare quindi che sia un luogo di ritrovo centrale, sia per giocare a biliardo, sia per connettersi gratis. Recentemente si sono verificate novità all’Hot Spot, di cui devo rendere conto.
La prima, apparentemente insignificante, è che la direzione ha fatto sparire il tavolo da biliardo più grande, quello con le dimensioni del tavolo all’italiana. Motivo?...Beh, diciamo che avevano notato una leggera incongruenza tra le ore in cui il avolo era impegnato e gli introiti prodotti dal tavolo stesso. Avete capito? Ovviamente è opera di noi italiani! Perché pagare 50 pence ogni partita quando bastava spostare il fondo delle buche laterali per recuperare gratis tutte le palline? Già, perché? Per un po’ siamo riusciti a non farci beccare, ma sembra, anche se non ne siamo sicuri, che uno di noi soliti ignoti sia stato visto dai guardiani del campus, e il tavolo è sparito magicamente due giorni dopo...miracolo!
Ovviamente avevamo conivolto altra gente in questo esproprio studentesco, quindi non si sa effettivamente chi sia stato visto: è cmq motivo di riflessione che solo quelli che frequentano di più il gruppo di italiani fossero a conoscenza di questo trucco...
Tavolo eliminato a parte, con la conseguenza di giocare un po’ meno a biliardo (sopravviveremo!), l’Hot Spot restava un luogo piacevole, di incontri anche fino a tardi, se, per esempio, non si aveva voglia di andare al pub al piano di sotto (ebbene sì, per chi non lo sapesse, abbiamo un pub all’interno del quartiere delle residenze...e bravi i britannici!). Fino a tre giorni fa.
Una settimana fa erano apparsi alcuni manifesti,a nnunciando l’imminente apertura di un bar all’Hot Spot, e noi eravamo solo felici, visto che fa sempre comodo avere un posto che ti fa da mangiare fino a tardi (tipo dopo aver bevuto...), e poi un po’ tutti hanno il gusto perverso di provare nuove schifezze culinarie.
Comunque, eravamo tutti lì in dolce attesa di questo nuovo locale, e avremmo fatto meglio a lasciar perdere. Il nuovo “meraviglioso” locale è un fast food gestito da indiani (notoriamente, la cucina indiana è leggerina...), che offre “cucina” da tutto il mondo (esempio: pizza, burgers, kebap e pollo al curry...), ai soliti prezzi folli inglesi, ma con un optional in più, un meraviglioso aroma di aglio bruciato che ormai ha stabilmente invaso l’Hot Spot.
Abbiamo ormai tempi di permanenza all’Hot Spot paragonabili a quelli della manutenzione dei reattori nucleari: se sosti più di 15 minuti (non sto scherzando) ti si appiccica addosso un odore nauseabondo, che, diciamo così, quando vai in giro vieni preceduto dalla tua fama! Quest’odore di aglio infido si sente da vari metri fuori dal locale, che stranamente è quasi sempre vuoto adesso. Chissà perché? Ci siamo un po’ tutti domandati chi cacchio gliel’ha fatto fare di impuzzolentire l’Hot Spot, e vorremmo anche sapere se non si sono accorti della cretinata fatta. Passi per il nuovo fast food (tra l’altro, il cheeseburger non è male), ma un paio di cappe aspiratrici no? Una ventolina, una paratia tra cucina e Hot Spot, insomma, siamo nel XXI secolo, ci sarà ben qcs per impedirci di morire asfissiati! Chi ci vede per la prima volta può ben immaginare che si tratti di una riunione dell’Anti-Dracula Society, vista la puzza d’aglio dovunque...
Vedremo che si può fare, magari ci lamentiamo in direzione. Certo non vale la pena interlocuire con il buffo figuro padrone del nuovo meraviglioso esercizio offerto a noi studenti: avete presente il classico omino piccoletto, cicciottello, con la faccetta furba di chi sta riciclando denaro sporco (e lo sa) ma si maschera dietro il suo aspetto apparentemente sciatto? Ecco, questo tizio si aggira tutto il giorno in questo odore: spero che la sua moglie/compagna lavori lì, altrimenti sai che piacere quando il suo bell’ometto torna a casa profumato come un bouquet d’aglio? Un giorno si è portato al lavoro anche il figlio...povera creatura!Ho cmq scoperto con certezza due cose: 1) io medesimo non sono un vampiro (vi confesso che ci avevo pensato e sperato); 2) qui nelle nostre residenze non ci sono vampiri. Bene. Allora perché tutto questo aglio?!
Monday, October 16, 2006
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6 comments:
Ogni tanto faccio una pausa dalla redazione di questo mio zoppicante capolavoro chiamato tesi e leggo un po' delle tue disavventure scozzesi...Il commento a questo aromatico intervento si compone di un incoraggiamento: forza e coraggio, pensa che invece della fantasiosa e inebriante cucina internazionale, potevi avere vicino un allevamento di pecore. A proposito il tuo maglione? e il mio salmone?
la gabola per il biliardo...SEI UN MITICO ITALIANO!!!!!! FORZA D'OH!!
Gabola del biliardo! Ebbene si'! a questi stranieri bisogna insegnargli proprio tutto...
Questi se non bevono non si divertono, noi oggi abbiamo passato mezz'ora a ridere con il mac che fa le foto distorte...childish, ma divertente!
Ciao socio!
Carissimo, il ricordo piu' pregnante del mio erasmus e' quello dell'odore della cucina...misto di salse e olio fritto..in piu' capisco il problema dell'aglio, perche' qui a Bucarest lo trovi ovunque, sospetto anche nei dolci....un bacio solidale..
comunicazione di servizio: usi il cell per ricevere messaggi? mandami la tua mail, credo di nn averla più, domani verifico!
e fatti messanger socio!
ciao!
finalmente entro nel blog dopo settimane di distacco da internet!!!!
vedo che ti stai divertendo, continua così!
un abbraccio
laura
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