Sul volo da Londra per Aberdeen ho notato la prima differenza tra inglesi e scozzesi. Ovviamente ce ne sono molte, che devo ancora scoprire, ma ho un criterio che penso sia infallibile per capire da dove viene la persona con cui si sta parlando. Basta farle chiedere scusa...
Seduta di fianco a me c’era una donna, di età imprecisata, comunque non sopra i quaranta (almeno spero per lei, altrimenti li porta davvero male!), che ha cominciato, molto gentilmente devo dire, a informarsi su che cosa facessi su un volo per la Scozia, visto che secondo lei chiaramente non ero scozzese. Si vede così tanto?
Ha esordito dicendomi: «Who atfr werdfito fgaret nemesdti?» O meglio, questo è quello che ho capito io. Troppo spesso gli inglesi non capiscono che esiste al mondo qualcuno che non parla la loro lingua come se avesse vissuto tutta la vita da loro.. La mia interlocutrice ha rallentato e chiarito il suo inglese dopo che mi ha visto alzare le braccia in segno di resa, e confessarle la mia nazionalità. Solo allora mi ha cofessato che aveva capito non fossi inglese. Ovviamente non ho avuto il coraggio di chiederle: «Visto che l’avevi capito, gentilissimo autoctono, perché non mi hai parlato in modo comprensibile??»
Parliamo per un po’, lei mi si dilunga sul fantastico (!!) concerto di Robbie Williams cui ha assistito a Londra, e che era la ragione del suo viaggio nella capitale. Trovo che il buon Ringhio Gattuso ha lasciato un ottimo ricordo di sé in Scozia, poiché uno dei primi italiani che le viene in mente è proprio il giocatore del Milan. Scopro che forse forse conosco più località turistiche scozzesi io di lei: non ha saputo indicarmi una sola località interessante che non fosse sulla guida del Touring. Pazienza, mi dico, tanto anch’io sono di Milano e non ho mai visitato il Cenacolo di Leonardo...
Ma veniamo alla questione della ‘erre’. Uno stewart della British si rivolge a me con un mellifluo ed elegantissimo “sorry” per chiedermi cosa volessi bere. Quasi contemporanemente la mia scozzese preferita (allora lo era, visto che ne conoscevo solo una) mi trapana il timpano con un sonoro “soRRy”, che non poteva non farsi notare.
Gli scozzesi in genere hanno un accento particolare. Consiglio la visione in lingua originale di “Braveheart” per farsi un’idea di quello che voglio dire. Comunque, se tutto il film risultasse strazievole...anche cinque minuti bastano.
Scrivo la mattina del mio quarto giorno, non posso certo dire di aver già nell’orecchio il dialetto scozzese, anche perché uno dei miei compagni di appartamento, scozzese doc – è di Edimburgo–, mi ha confessato che a volte fa fatica a capire la gente di Aberdeen. Se fa fatica lui...Scendo dall’aereo con in mano un saldo criterio di divisione tra inglesi e scozzesi, sperando che sia valido, e che mi possa servire in futuro. Basta farli scusare. Questione di ‘erre’...
Sunday, October 01, 2006
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2 comments:
VERGOGNATI PER NON AVER MAI VISTO IL CENACOLO!!!!!
Quasi mi dimenticavo... mi fai un favore? trova una tv, sintonizzati sui Simpson e fammi una tesina di 1 cartella sull'accento giardiniere, con particolare riferimento al paragone tra l'accento sardo e quello scozzese.
abbracci bacarospo!
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